Le strategie growth e value

Le strategie growth e value

Il mercato è il luogo di incontro della domanda e dell’offerta e il risultato finale è il prezzo del bene oggetto dello scambio. Questa definizione vale anche se ci focalizziamo sul mercato finanziario, dove i vari investitori si incontrano per acquistare e vendere gli strumenti finanziari andando così a determinare il prezzo. Ed è proprio il prezzo il fattore discriminante utilizzato per distinguere due principali strategie di investimento: le strategie Growth e le strategie Value.

Il prezzo di equilibrio o fair value (valore intrinseco)

Se il prezzo di mercato di un’azione è facilmente rintracciabile sulla base degli ultimi scambi di Borsa, con l’ausilio dell’analisi tecnica, il prezzo di equilibro, chiamato anche in gergo tecnico fair value, risulta essere più complesso da determinare e si basa essenzialmente sui dati di bilancio ed economici della società oggetto della nostra analisi. Questo processo è supportato dall’Analisi Fondamentale.

Determinare il fair value: dividendi e non solo

Esistono diversi metodi per calcolare il fair value di un’azione, quello più famoso è senza dubbio il dividend discount model. Questo metodo si fonda sull’assunto che il valore di un’azione non sia altro che il valore (ad oggi) di tutti i dividendi che la società pagherà in futuro. Ma il valore di questo ammontare non è certo e dipende dalla capacità dell’azienda stessa di generare profitti nel tempo. Chi decide di investire su un’azienda, a fronte di questa incertezza, richiede una remunerazione che può essere scomposta in due parti: il tasso di interesse di mercato e il premio al rischio, una maggiorazione che compensa l’investitore per il maggior rischio delle azioni.

Quindi, riassumendo: maggiori dividendi futuri attesi da parte del mercato comportano un aumento del prezzo delle azioni, mentre maggiori tassi di interesse e un più alto premio al rischio richiesto dal mercato si riflettono in un minore prezzo di equilibrio delle nostre azioni.

Tuttavia, il mercato può prezzare un’azione in modo diverso da quello di equilibrio e da ciò deriva la suddivisione in due macro-categorie: le azioni Value e le azioni Growth.

Le azioni Value

Le azioni Value sono contraddistinte da un prezzo di mercato inferiore all’ipotetico valore di equilibrio e quindi sono “penalizzate” dal mercato stesso. Solitamente in questa categoria troviamo società che si muovono su settori considerati ormai maturi, società solide ma con limitate prospettive di crescita, o aziende cicliche i cui profitti risultano essere volatili, elemento incorporato nel prezzo di mercato. La strategia denominata Value investing ha come principale obiettivo quello di cercare società solide ma temporaneamente svalutate dal mercato per realizzare un profitto dal riallineamento del titolo con il fair value.

Le azioni Growth

Le azioni Growth hanno prezzo superiore a un ipotetico valore d’equilibrio (il fair value, appunto). In questo caso, il mercato implicitamente stima che la società produrrà nel futuro utili (di conseguenza ricavi e miglioramento dei margini) tali da giustificare l’attuale prezzo di mercato. Il settore Growth per eccellenza è quello tecnologico: molte aziende Growth appartengono a questo settore perché il mercato ha elevate attese di crescita per i prossimi anni e i prezzi incorporano appunto queste aspettative. Anche il settore farmaceutico è un settore Growth, grazie alla presenza dei brevetti che consentono alle società pharma di avere una protezione sugli utili. La strategia di Growth investing si fonda proprio sulla scelta di titoli con prospettive di crescita nel breve periodo superiore alla media.

La regola aurea

Cosa scegliere quindi? Non esiste una risposta che vada bene per tutti: dipende sempre dall’orizzonte temporale del nostro portafoglio di investimento e dalla nostra propensione al rischio. Una strategia ottimale è quella di investire utilizzando entrambe le strategie; la bassa correlazione consente di ridurre il rischio di portafoglio e di compensare i risultati ottenuti dai diversi titoli.

Io, Giuseppe Lettini, CFA abilitato, all’interno di un portafoglio ben diversificato, prediligo l’approccio Value Investing al Growth Investing. Attraverso un protocollo proprietario di analisi, non raccomando il semplice acquisto di Stocks ma raccomando di investire nei business di società solide, ma temporaneamente svalutate dal mercato, per realizzare un profitto dal riallineamento del titolo con il fair value, ottenendo un rendimento aggiuntivo a quello offerto dal mercato stesso.

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